martedì 5 aprile 2016

FAUSTO PARAVIDINO: I VICINI - TEATRO COMUNALE DI VENTIMIGLIA 6/4/2016




FAUSTO PARAVIDINO
I VICINI
Teatro Comunale di Ventimiglia
via Aprosio - Ventimiglia
mercoledì 6 aprile 2016, ore 21

I Vicini
testo e regia Fausto Paravidino
scene Laura Benzi
costumi Sandra Cardini
musiche di Enrico Melozzi
luci di Lorenzo Carlucci

con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Davide Lorino, Monica Samassa e Sara Putignano

Le tensioni e la coesione della coppia, la paura del diverso, una certa dose di suspense e un’ironia coinvolgente sono gli elementi fondamentali de I vicini, spettacolo di Fausto Paravidino, che firma anche la regia, in scena mercoledì 6 aprile alle ore 21.00 al Teatro Comunale di Ventimiglia.
Interpretato dallo stesso autore, affiancato in scena da Iris Fusetti, Davide Lorino, Barbara Moselli e Sara Putignano, I vicini è uno spettacolo sulle nostre paure, immaginarie e reali: una commedia su un lui e una lei che vivono insieme, e si spaventano quando arrivano i nuovi vicini, che rappresentano tutto quello che è fuori di noi, in qualche modo altro da noi stessi, e che ci fa paura.
Lo spettacolo ricalca il tema di tanti thriller, di tanti film del terrore e del mistero. O forse, come dice l’autore, è più semplicemente uno spettacolo sulla paura tout court, la paura di ciò che non conosciamo, inspiegabile, irrazionale, la percezione dell’estraneo come ignota minaccia, che penetra proprio là, dove crediamo di poterci ritenere al sicuro, nel nostro rifugio, in ogni posto che noi chiamiamo casa.
Paravidino gioca con grande abilità sugli elementi di suspense, sulle sensazioni di allarme per un pericolo incombente, sulla capacità di suscitare nello spettatore l’impressione che in ogni istante possa accadere qualcosa, mescolando ironia e spavento ed elevando la tensione ad ogni azione.
Casa, famiglia, coppia, intrecciate nelle tensioni della nostra realtà quotidiana, sono i temi attorno ai quali si dipana a commedia umana di questo giovane e, allo stesso tempo, maturo uomo di teatro.
Paravidino, con la sua vena inesauribile di autore raffinato e interprete sensibile, riesce a farci ridere e piangere di noi stessi in un rito liberatorio, che ci riporta al senso originario del teatro stesso.